Il servizio scuolabus è una spesa ordinaria o straordinaria? Ecco cosa dice la legge
Manca sempre meno alla riapertura delle scuole e, come ogni anno, per tantissimi genitori si ripropone la questione se il servizio scuolabus sia da considerarsi una spesa ordinaria o straordinaria.
Quesito che riguarda soprattutto le coppie separate o divorziate, che si trovano a stabilire la ripartizione delle spese per il mantenimento e la cura dei figli.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza a riguardo, cercando di capire quanto costa il servizio di trasporto scolastico e in quale delle due categorie di spese rientri.
Quanto costa alle famiglie il servizio scuolabus?
Il servizio di trasporto scolastico è fondamentale per garantire il diritto all’istruzione a tutti gli studenti delle scuole dell’obbligo, poiché non tutte le famiglie hanno mezzi e tempo per accompagnare i propri figli a scuola: tocca allo Stato, quindi, intervenire tramite i suoi enti.
In base alla normativa vigente (Decreto Legislativo 112/1998), infatti, spetta alle Province il compito di provvedere al trasporto degli studenti delle scuole superiori e ai Comuni garantire il trasporto per tutti i gradi inferiori di istruzione, scuola dell’infanzia inclusa.
Per quanto riguarda i costi, il Comune può decidere di fornire il servizio scuolabus agli alunni più piccoli gratuitamente. Molto spesso, però, è richiesto alle famiglie di compartecipare al costo con una quota calcolata in base al reddito, secondo quanto disposto dalla Giunta Comunale.
Le Province quasi sempre richiedono anch’esse una partecipazione alla spesa, stabilita in base al reddito familiare o all’ISEE, offrendo anche forme di pagamento agevolative (abbonamenti).
Fortunatamente, le spese per il trasporto scolastico sono detraibili, rientrando tra quelle spese d’istruzione per cui lo Stato prevede uno sconto dall’IRPEF del 19%.
Per quanto riguarda i bambini e i ragazzi disabili o in situazione di disagio familiare che frequentano le scuole dell’obbligo, il servizio di trasporto scolastico è sempre gratuito ed è a carico o del Comune o della Provincia di riferimento.
Che differenza c’è tra spese ordinarie e straordinarie
Prima di capire se lo scuolabus sia una spesa ordinaria o straordinaria, vediamo qual è la differenza tra queste due categorie:
- Spese ordinarie. Sono quelle finalizzate a soddisfare i bisogni e le esigenze primarie dei figli, ad esempio vitto, alloggio, abbigliamento ordinario, cura della persona, mensa scolastica etc. In caso di genitori divorziati, queste spese rientrano nell’assegno di mantenimento.
- Spese straordinarie. Sono quelle spese collegate ad eventi eccezionali ed imprevedibili della vita dei figli che non rientrano nelle normali consuetudini o comunque spese non quantificabili e determinabili in anticipo o di non lieve entità rispetto alla situazione economica dei genitori (ad esempio interventi chirurgici, terapie, occhiali da vista, lezioni private, acquisto di uno scooter, etc.). Queste spese devono quindi essere divise tra i coniugi, secondo la percentuale stabilita caso per caso.
Lo scuolabus è una spesa ordinaria o straordinaria?
Tornando al punto iniziale, ovvero se lo scuolabus sia una spesa ordinaria o straordinaria, è possibile affermare che una risposta chiara e univoca non c’è.
Infatti, non esiste per la legge un elenco preciso di tutte le spese, che permetta di qualificare in maniera assoluta il trasporto scolastico come spesa ordinaria o straordinaria.
Tuttavia, negli anni sono stati stipulati vari Protocolli in materia, che però variano da tribunale a tribunale: per alcuni tribunali il servizio di trasporto scolastico rientra nelle spese ordinarie, per altri in quelle straordinarie.
Quindi, in caso di coppie separate, non essendoci indicazioni precise e uguali per tutti, per una valutazione del singolo caso è necessario verificare nel provvedimento di separazione o divorzio se si faccia rinvio a un preciso protocollo di un tribunale e, in caso positivo, verificare le tabelle di quel tribunale.
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